Disegno dello studio: Dopo la firma del modulo di consenso, i pazienti eleggibili saranno randomizzati a una terapia con nivolumab più ipilimumab (braccio A) o a chemioterapia a base di platino a scelta dello sperimentatore e nivolumab (braccio B). In ambedue bracci l’immunoterapia sarà somministrata fino alla progressione della malattia, alla tossicità o al rifiuto del paziente e in ogni caso fino a 24 mesi. La chemioterapia a base di platino verrà somministrata fino a 6 cicli.
Nivolumab sarà somministrato alla dose standard di 360 mg ogni 3 settimane.
Ipilimumab sarà somministrato alla dose di 1 mg / kg ogni 6 settimane.
Obiettivo: Valutare l’efficacia in termini di RR, PFS e OS in soggetti con Stadio IIIB non suscettibili al trattamento radicale o con Stadio IV o con carcinoma polmonare a cellule squamose ricorrente trattato con la combinazione di nivolumab più ipilimumab (braccio A) o di chemioterapia a base di platino più nivolumab (Braccio B).
Razionale: Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) è la principale causa di morte nei Paesi Occidentali. Circa l’85% dei tumori polmonari sono del tipo non a piccole cellule (NSCLC), con il 25-30% dei casi di NSCLC di tipo istologico squamoso. Una maggiore comprensione del ruolo del sistema immunitario nel controllo del tumore ha permesso di attuare differenti strategie volte a migliorare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali.
Nivolumab, un inibitore PD-1, è stato approvato per il trattamento di pazienti affetti da carcinoma polmonare a cellule squamose, considerato il miglioramento in termini di sopravvivenza che ha dimostrato in uno studio di fase III che confrontava il farmaco con il docetaxel in un setting di seconda linea. Risulta importante sottolineare che il beneficio prodotto dal farmaco si è osservato a prescindere dall’espressione di PD-L1, suggerendo in tal modo che l’alto carico mutazionale del carcinoma polmonare a cellule squamose sia più rilevante rispetto all’espressione di un singolo biomarcatore, almeno in individui pretrattati. Inoltre, studi recenti condotti su pazienti non pretrattrati con chemioterapia con istologia non squamosa hanno dimostrato che la combinazione di chemioterapia ed immunoterapia è superiore alla sola chemioterapia in termini di OS, indipendentemente dall’espressione di PD-L1.
Inoltre, lo studio CheckMate 227 ha dimostrato che, nel NSCLC chemionaive, la combinazione di nivolumab ed ipilimumab è risultata superiore alla chemioterapia da sola nei pazienti con elevato carico mutazionale tumorale (TMB), indipendentemente dall’espressione di PD-L1. Un recente comunicato stampa ha annunciato che il pembrolizumab più la chemioterapia ha prodotto un più alto tasso di risposta rispetto alla chemioterapia da sola nei pazienti con carcinoma polmonare a cellule squamose. Tuttavia, non sono disponibili dati su PFS e OS. Pertanto, considerando la mancanza di dati in pazienti con istologia squamosa e la carenza di informazioni sull’efficacia della combinazione degli inibitori del checkpoint immunitario versus l’inibitore del checkpoint immunitario più la chemioterapia, c’è una forte motivazione a condurre uno studio per valutare l’efficacia di tali strategie in pazienti con carcinoma polmonare a cellule squamose avanzato, metastatico.Sede Legale: Via SS. Quattro 61, 00184 Roma | Sede Operativa: Via Goffredo Mameli 3/1, 16122 Genova | Email: info@fondazionefort.org
Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici e non effettua alcuna attività di profilazione. La navigazione sul sito non richiede il consenso da parte dell’utente.
Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy
© 2020 Copyright – FoRT – Fondazione Ricerca Traslazionale | Tel: +39 010 8398491/92 | Fax: +39 010 8398490 | P.IVA: 12771521007 | C.F.: 97784360584